La rottamazione riapre per chi non ha pagato

Il forcing parlamentare si fa sempre più fitto. Arriva un emendamento del relatore al decreto Milleproroghe, che dalla prossima settimana sarà al voto delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, per riaprire i battenti della rottamazione quater delle cartelle esattoriali a chi ha saltato le prime due rate (in scadenza rispettivamente il 31 ottobre e il 30 novembre), per cui comunque il decreto Anticipi aveva previsto un mini rinvio fino al 18 dicembre.

L’ipotesi dell’emendamento al Milleproroghe è quella di consentire una sorta di tempo di recupero (per usare un gergo calcistico) fino al 28 febbraio 2024. Una scadenza che, però, rischia di arrivare prima del pieno completamento dell’iter di approvazione (il testo è ancora in prima lettura alla Camera e poi dovrà passare al Senato) e di pubblicazione in «Gazzetta» della legge di conversione. Inoltre va considerato che, secondo la scansione già prevista dal calendario della rottamazione, il 28 febbraio è anche la scadenza per la terza rata della sanatoria (ferma restando la possibilità di usufruire del margine di tolleranza di cinque giorni, che arriverebbero a lunedì 4 marzo). Anche per queste ragioni non si può escludere a priori che il termine possa essere oggetto di una riformulazione e quindi di un’ulteriore estensione del termine, magari fino al 31 marzo 2024 come chiedono i correttivi di altri parlamentari.

Del resto, l’ipotesi che anche il Governo stesse lavorando a una soluzione per andare incontro ai cosiddetti decaduti dalla rottamazione è arrivata dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo interpellato a margine di Telefisco 2024.

Alla fine però il problema è lo stesso delle precedenti edizioni della rottamazione. Saltare una rata determina il taglia fuori dalla definizione agevolata per pagare le cartelle con uno sconto significativo (visto che vengono abbuonati sanzioni, interessi e aggio). Quindi non c’è possibilità di recupero. Una rigidità che si giustifica con la necessità di evitare comportamenti elusivi, come quello di presentare la domanda per garantirsi i vantaggi immediati in termini di stop a fermi e ad azioni esecutive non avviate e poi non pagare la prima o le rate successive. Ma allo stesso tempo questo meccanismo ha richiesto continui “rattoppi” legislativi per consentire a chi per difficoltà economiche momentanee o per effettiva dimenticanza ha saltato un appuntamento. Tra l’altro, i mancati pagamenti determinano anche un venir meno degli incassi stimati, che per la rottamazione quater sono pari complessivamente a 12,4 miliardi di euro.

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