Concordato preventivo biennale: CNDCEC e ANC chiedono proroga

Il Presidente dell'ANC Marco Cuchel, con un comunicato stampa del 25 settembre evidenziava che la presentazione di un emendamento al decreto legge n. 113/2024 (Decreto Omnibus) riguardante il concordato preventivo biennale, che ha seguito le numerose modifiche che hanno interessato la normativa del nuovo strumento di compliance, ha reso il termine del 31 ottobre per l’adesione da parte dei contribuenti coinvolti, assolutamente inadeguato.

Cuchel inoltre spiegava che il termine: “rende complicato il lavoro dei commercialisti che devono fare in modo che le imprese, che sono da loro assistite e che sono destinatarie del nuovo strumento, siano poste nella condizione di fare una scelta consapevole rispetto alla proposta di concordato formulata dall’Agenzia delle Entrate”.

Secondo Cuchel dare maggiore tempo alle imprese, con una scadenza diversa dal 31 ottobre significa consentire una maggiore adesione al CPB e ciò dovrebbe essere anche nell’interesse del legislatore, ragione per la quale l’ANC chiede che sia disposta la proroga della scadenza al prossimo 30 novembre”.

Nella nota dei commercialisti, si specifica invece che dato che le modifiche al CPB  sono state “emanate solo ad agosto inoltrato”, e “l’indispensabile circolare dell’Agenzia delle Entrate”  è datata 17 settembre, “In questo contesto nel quale permangono dubbi interpretativi i colleghi, che devono elaborare le proposte e valutarle con i contribuenti loro assistiti, lamentano evidenti difficoltà dovute all’esiguo tempo disponibile. Si rischia un insuccesso della misura”.

Nelle parole del Presidente Elbano De Nuccio, si legge chiarezza, e comunque viene ribadito il gradimento alle modifiche apportate alla misura agevolativa.

Peraltro lo stesso presidente evidenzia che l'ultima modifica al CPB, ossia quella del ravvedimento speciale per gli aderenti al CPB per il periodo 2018-2022, è recentissima, non permettendo ai tecnici di valutare insieme ai propri clienti la possibile adesione.

De Nuccio ha poi specificato che: “È evidente che nel valutare la proposta concordataria questa novella normativa può assumere un’importanza decisiva”

Per queste evidenti ragioni e per evitare che il poco tempo disponibile non consenta ai soggetti interessati di effettuare le necessarie valutazioni ed, eventualmente, di aderire alla proposta concordataria, è necessario valutare un congruo differimento del temine e ciò non solo nell’interesse dei commercialisti e dei dei contribuenti interessati ma anche per garantire una ampia adesione alla nuova misura di compliance.

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